Un nuovo modello di guida nei contesti organizzativi: la Leadership Orizzontale.
“Oggi più che mai è urgente affrontare le criticità dei percorsi di cambiamento che le organizzazioni si trovano a dover contrastare, sia per quanto riguarda le sfide proposte dalla tecnologia e dalla globalizzazione sia, nell’attuale era pandemica, dalle nuove forme di lavoro caratterizzate dal lavoro a distanza.”
Parte così, con queste chiare parole, la ricerca che ha ispirato questo mio articolo, questa mia riflessione. In questa ricerca ciò che viene proposto è, fondamentalmente, un importante “salto di paradigma”: dalla visione della scienza positiva, caratterizzata da uno sguardo di previsione, di gestione e di controllo, a quella della fisica dei quanti, che ha dimostrato nel tempo come tutto è sempre in cambiamento ed in relazione e nulla si può davvero controllare per sempre. E questo salto comprende ovviamente molti aspetti della vita quotidiana, in particolare quello organizzativo con la sua tanto amata quanto citata leadership.
Se è vero che tutto è in costante mutamento, allora è vero anche che il modello e la visione della leadership applicata ai contesti organizzativi va “rivisitata” e resa più consona ai giorni nostri. Si propone, quindi, di andare oltre i soliti concetti di guida verso gli obiettivi aziendali (che suscitano spesso tensioni ed ansie perché non si rendono le persone veramente partecipi) e rendere parte integrante dell’organizzazione la persona che ci lavora, rendendola autonoma nei processi di trasformazione e di cambiamento.
Ciò che emerge chiaramente dai dati della ricerca è che gli elementi chiave della motivazione lavorativa si declinano in due aspetti principali: la percezione dell’utilità sociale del proprio lavoro unita al sentirsi attivi nel migliorare i processi organizzativi in cui si agisce.
La ricerca ha inoltre evidenziato che, negli approcci tradizionali al lavoro, persona ed organizzazione sono nettamente divisi e visti come entità indipendenti, non comunicanti, sebbene da anni la psicologia sociale abbia sostenuto il contrario, esprimendo fermamente che il lavoratore ed il lavoro si auto-influenzano. Dunque, spesso, il cambiamento desiderato non si verifica perché è necessario che i soggetti coinvolti possano esplorare la dimensione personale e collettiva, in modo da costruire un senso della propria identità in relazione al contesto organizzativo.
Questo richiede, sempre di più, di lavorare con un approccio costruttivista e multidisciplinare, focalizzandosi sull’importanza del valore e delle finalità delle interazioni. Il cambiamento verso la salute nei contesti organizzativi è legato al fatto che “identità personale e organizzativa siano connesse da una sinergia evolutiva, guidata da una mutua generazione di senso, al contempo soggettivo e collettivo.”
Ed ecco, quindi, che un leader con una visione “orizzontale” guida le altre persone proprio verso questo nobile obiettivo, la generazione di senso.
In termini di leadership le persone vengono attivate dai leader “orizzontali” ad agire loro stessi come leader, in un percorso in cui potranno trasformare autonomamente i processi organizzativi che gli competono e rinnovare, allo stesso tempo, i loro costrutti mentali, emotivi e di azione, spesso causa di disagi lavorativi e personali ricorrenti.
Viene quindi trasformato il modello di leadership che non si caratterizza più “solo” nel guidare le persone verso gli obiettivi aziendali, ma punta al guidare sé stessi e i processi nei quali tutti gli altri individui che vi si ritrovano possano attivarsi responsabilmente verso un fine comune.
Un’organizzazione che lavora su queste tematiche avrà al suo interno dei collaboratori soddisfatti e “ricchi di senso” che tenderanno ad agire responsabilmente nella prospettiva di un bene comune, personale, organizzativo e sociale.
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